Il Blog di Andrea

Blog relativo al corso di Informatica Applicata al Giornalismo dell'Università di Parma

martedì 22 giugno 2010

I lati oscuri di Mountain View




Secondo i francesi del CNIL, ci sarebbero anche informazioni sensibili tra quelle raccolte dalle automobili che fotografano le strade del mondo per il servizio di mappe dell'azienda americana. Tra i frammenti di informazione memorizzati dalle vetture che fotografano le strade di tutto il mondo per conto dell'azienda americana, ci sarebbero anche password, frammenti di e-mail e altri dati privati. L'agenzia di sicurezza francese CNIL ha rilevato la presenza di queste informazioni esaminando i dati raccolti da Google. Gli elementi sensibili sarebbero stati "pescati a strascico" mentre le Google-car, le auto con la speciale macchina fotografica che realizza le immagini delle mappe 3D, assorbivano informazioni sulle reti wireless locali perché poi Google potesse sviluppare dei servizi basati sulla geolocalizzazione.

Il CNIL è una delle organizzazioni che nel mondo hanno chiesto a Google copia dei dati raccolti in giro per il mondo e sta valutando se avviare azioni legali contro l'azienda. I responsabili del motore di ricerca, pur ammettendo la raccolta "non intenzionale", hanno sempre dichiarato che i dati intercettati non sono stati utilizzati in alcun modo. Recentemente, anche il garante della privacy italiano ha aperto un'istruttoria 2 su Street View, per valutare se e come procedere nei confronti dell'azienda.

Esaminando l'imponente mole di informazioni fornite da Mountain View, il CNIL ha dichiarato che all'esame dell'agenzia, parte di questi dati contiene dati sensibili. Nello specifico, dichiara Alex Turk, direttore dell'agenzia, "informazioni che comprendono codici bancari e dati medici, password e stralci di messaggi e-mail". Insomma il massimo della sensibilità dei dati.

Negli Usa, intanto, le Google-car sono all'attenzione del Congresso, e sono già diverse le azioni legali intraprese dai singoli stati contro Mountain View. Il Connecticut in particolare guida un'inziativa multi-stato, volta a fare luce sui comportamenti dell'azienda. Richard Blumenthal, senatore locale, denuncia l'invasione nella privacy personale di Google: "Street View non può significare visione completa", dichiara Blumenthal. "Come non può significare la possibilità di entrare nelle reti private dei cittadini e risucchiare dati e informazioni personali.

Gli individui hanno diritto di sapere che tipo di dati Google ha raccolto, e perché Google ha intercettato queste informazioni". L'invito è esplicito: Google deve fare chiarezza su vari aspetti della vicenda rimasti oscuri, tra cui il motivo per cui ha salvato nei propri archivi informazioni che sarebbero state, nelle parole dell'azienda, raccolte non intenzionalmente.

L'azienda risponde alle accuse di violazione, anzitutto dando completa disponibilità alla cancellazione dei dati nel momento in cui questa venisse richiesta. "Stiamo lavorando insieme alle autorità competenti in ogni paese", dichiara un portavoce di Mountain View, "per risolvere ogni tipo di questione che si dovesse porre. Il nostro obiettivo è eliminare i dati che le agenzia di sicurezza locali riterranno che non avremmo dovuto raccogliere".

La scoperta di informazioni private all'interno delle ricerche di Google ha provocato la pronta risposta di diversi paesi, tra istruttorie e valutazioni di azione civile. Tra i paesi coinvolti anche l'Italia, accanto a Germania, Spagna, Australia, Canada e Nuova Zelanda.

I veicoli di Street View continuano a girare e fotografare il mondo ma l'azienda ha già interrotto la raccolta dei dati relativi alle reti wireless. Eric Schmidt, CEO di Google ha più volte dichiarato che l'azienda ha acquisito questi dati senza alcuna intenzione malevola, secondo il motto di Mountain View che è "Don't be evil", non siate cattivi. E soprattutto che le informazioni sensibili sono finite nelle maglie di Google in modo accidentale.

http://www.repubblica.it/tecnologia/2010/06/22/news/google_street_dati_sensibili-5052994/

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